Parto da una considerazione facile, quasi banale: “Correre una maratona non è assolutamente facile, è un impegno importante, totale e gravoso sia sotto l’aspetto fisico sia psicologico. Dall’analisi che ho potuto fare (grazie ai chip) su decine di migliaia di voi “emerge” (ma non è una colpa!) che la maggior parte degli atleti/e compie errori (in gran parte significativi) nella distribuzione dello sforzo. E se in un 5.000 o in un 10.000 ciò inficia solo in parte la prestazione, in una mezza e ancor più in una maratona la penalizza fortemente (e tutto questo lo vedremo nei numeri).
Iniziamo a dare i numeri
È giusto premettere che molti sono gli aspetti/le variabili che influenzano la prestazione: la preparazione svolta (il troppo allenamento o il poco allenamento), la tipologia di percorso, il grado di esperienza dell’atleta, le condizioni climatiche, le dinamiche di gara con altri avversari/amici, l’ambiente/il percorso di gara (il correre in città davanti a tanta gente porta spesso a strafare), il corretto e necessario periodo di scarico pre-gara, il non eccedere con le competizioni nel periodo che precede la maratona, la bravura dei pacers e molto altro.
Il modello-ideale di prestazione
Semplice da dirsi, difficile da farsi: l’obiettivo sono due metà gara sovrapponibili e corse in uniformità di ritmo. Nella realtà, analizzando e tagliando per fasce di risultato/prestazione, più o meno (e lo dicono i numeri) “sbagliano” quasi tutti.
Da 2:10 a 2:30
Generalmente possiamo dire che sono quelli/e che corrono per vincere e, al contrario di quanto molti pensano, non sono i più virtuosi: il loro differenziale medio tra la prima e la seconda parte di gara è di 3’49”, cioè la seconda metà viene corsa più lentamente rispetto alla prima di quasi 4 minuti e parliamo di soggetti sicuramente molto allenati! La dinamica di gara, la ricerca del tempo e/o della vittoria, l’uso delle lepri, gli incrementi violenti di velocità e il non idratarsi/rifornirsi adeguatamente sono le prime cause di questa errata distribuzione.
Da 2:30 a 3 ore
Diciamola tutta, sono gli atleti più virtuosi; nei dati analizzati questi atleti/e hanno un differenziale medio di 3’03” (ma ho anche un dato su 500 maratoneti/e della velocissima Milano edizione 2002 di questa fascia con un differenziale di 1’06”, bravissimi!) e sono quelli che di fatto sbagliano meno! E pensate quanto migliori potrebbero essere le loro prestazioni con un avvio leggermente più prudente.
Fonte: allrunning.it