No, non sto parlando di doparti e non ti sto ingannando. Se ci pensi bene, ci sono dei modi assolutamente leciti per correre più forte senza ammazzarti di allenamento (ma seguendo sempre la tua solita routine) e senza fare niente di illegale.
Il tentativo di correre la maratona in meno di due ore provato da Nike con il Breaking2 ci ha infatti insegnato che in una gara puoi pianificare moltissime cose e puoi tentare di minimizzare gli effetti di quelle che non puoi controllare. Del Breaking2 si è detto giustamente che è stato effettuato in condizioni troppo ideali per essere reali ma questo è vero fino a un certo punto.
Sì, ma nella realtà è diverso
Gli atleti che hanno tentato l’impresa del Breaking2 correvano in un circuito automobilistico, alla temperatura giusta, con dei pacer che fendevano l’aria per loro e con delle scarpe che ne miglioravano le prestazioni – a detta di Nike – del 4%. Tutte cose, a detta dei critici, non replicabili in gara o in una situazione reale. Vero, ma non vero del tutto. Sicuro infatti di non poter usare a tuo vantaggio qualcuna di queste condizioni anche in gara? Vediamolo.
Il percorso
Se il fondo stradale è regolare e pianeggiante, non è molto diverso da quello di Monza su cui hanno corso il Breaking2. In una gara ti troverai a correre assieme ad altre migliaia di persone e quindi dovrai soffrire anche inevitabili tappi o rallentamenti, specie all’inizio. Un percorso libero da ostacoli come quello di Monza lo vedono solo gli atleti di elite che partono per primi e che corrono un’intera maratona in gruppi piccoli. Quello che puoi fare però è seguire il tragitto più breve: la distanza delle gare è infatti quella più breve misurata sulla strada. In altre parole è misurata all’interno delle curve. Tagliale quindi il più possibile.
Scegli anche percorsi di gara il più possibile pianeggianti (magari pure lievemente in discesa, se ti capita) perché correre in salita, lo sai, sega le gambe anche dei più forti. Berlino, per esempio, è nota come la più veloce maratona del mondo proprio per il percorso su cui si sviluppa.
La temperatura
Questo è il fattore, assieme al meteo, meno controllabile. Nike ha scelto Monza a maggio perché il tempo era abbastanza prevedibile: temperatura giusta, poco o niente vento, cielo coperto. Per essere sicuri hanno scelto di correre molto presto (alle 5.45) e alla fine gli è andata bene. La temperatura ideale è attorno ai 12°C e devi solo incrociare le dita. Per essere più sicuro però puoi evitare gare estive o a tarda primavera, anche perché il sole e il caldo possono deteriorare le tue prestazioni fino al 20%.
L’aerodinamica
I pacer che precedevano come una falange militare Kipchoge avevano una duplice funzione: fendere l’aria per lui e dargli il ritmo, motivandolo a seguirli. Il pacer serve a dare regolarità alla gara e a innescare un riflesso quasi inconscio nei runner: quello di stargli dietro o almeno di provarci. In gara non potrai avere 6 pacer come Kipchoge ma avrai comunque altri pacer e altri runner attorno a te – o meglio, davanti a te – che fanno la tua andatura e che puoi “sfruttare” per penetrare meglio l’aria. Cercali prima della partenza: se pensi di correre a una certa andatura, cerca il pacer corrispondente: sarà segnalato con una T-Shirt con scritto il tempo o l’andatura o avrà legato un palloncino che riporta le stesse informazioni. Il palloncino è più visibile da distante, non è che sta andando a una festa di compleanno.
Le scarpe
Come si diceva, le Zoom Vaporfly Elite che hanno usato nel Breaking2 erano personalizzate sul piede di ognuno dei 3 atleti ed erano studiate apposta per migliorare le loro prestazioni grazie a una soletta in carbonio inserita nell’intersuola e alla loro grande leggerezza. Nike venderà a breve dei modelli derivati da quelle stesse: uno molto simile con soletta in carbonio (che costerà circa 250€) e uno con soletta in materiale plastico, più economico. Ma a parte questo, la scelta della scarpa è fondamentale perché è ormai chiaro che può aiutarti ad andare più veloce e a stancarti di meno. Molti produttori propongono scarpe che usano miscele particolari nell’intersuola capaci di grande reattività ed elasticità, e ovviamente il primo che viene in mente è adidas con le Boost, ma anche Puma con le Ignite e New Balance con Fresh Foam. Insomma: ce n’è veramente per tutti i gusti e tutti i piedi.
A vincere una maratona ci riesce solo un runner alla volta. Felicissimo se quello sei tu ma visto che nella maggior parte dei casi non la vincerai, cerca di vincere l’avversario più duro: te stesso. Con un po’ di strategia ce la puoi fare.
Fronte: www.runlovers.it