Sono lieto di pubblicare questo interessante articolo di Cristian, fisioterapista e atleta della nostra società, che potrebbe essere il primo di una rubrica dedicata a questo argomento. Inoltre stiamo valutando la possibilità di fare uno o più incontri dal vivo, qualora ci fosse interesse. Fatemi sapere.
Buona lettura!
Prefazione
Mi chiamo Cristian Sepe sono un fisioterapista specializzato in Terapia Manuale con l’hobby della Corsa. Grazie a questa passione mi sono avvicinato al mondo della corsa non solo dal punto di vista sportivo ma anche professionale. L’anno scorso ho frequentato alcuni corsi di specializzazione sugli INFORTUNI NELLA CORSA. Ho deciso di condividere con voi alcune informazioni che spero possano essere utili ed interessanti. Per fare questo, mi sono avvalso della Letteratura Scientifica. Ossia di studi fatti da Professionisti attraverso una rigorosa metodologia scientifica su centinaia e centinaia di corridori.
Introduzione
Negli ultimi 100 anni le scarpe da corsa hanno subito drastici cambiamenti nella forma e nei materiali. Ad esempio le scarpe utilizzate dai corridori nel 1912 oggi sarebbero considerate “scarpe da sera”.
Le attuali scarpe da corsa sono dei veri e propri capolavori di ingegneria e tecnica. Utilizzano forme e sistemi avanzati che permettono: ammortizzazione, supporto, controllo del movimento, ecc.
Si sente anche spesso parlare di scarpa tradizionale (a4-a2-a3) o minimalista (scarpa che non interferisce minimamente con il naturale movimento del piede).
A volte il corridore meno esperto o neofita si trova a dover affrontare la scelta della scarpa con una gran confusione in testa. Spesso accontentandosi di quello che gli viene imposto dal venditore oppure di quello che l’amico consiglia sulla base della propria esperienza personale.
Il pensiero comune nella scelta della scarpa è quello di correre bene ma soprattutto non farsi male.
Allora alcuni professionisti hanno iniziato a interrogarsi. Quanto conta davvero la scarpa nella prevenzione degli infortuni del corridore oggi? La tipologia di scarpa influenza la frequenza ed il tipo d’infortunio? Le scarpe da corsa o sportive in genere proteggono dall’infortunio?
Esistono numerosi studi a riguardo che hanno cercato di rispondere a queste domande. Ho cercato di sintetizzare le informazioni per darvi una visione chiara ed esaustiva.
Cenni storici
La corsa inizia ad essere uno sport molto popolare solo verso gli anni ‘70. Parallelamente allo sviluppo di questo sport aumentano anche gli infortuni. Di conseguenza comincia a svilupparsi da parte dei professionisti sanitari la necessità di analizzarne la tipologia e la frequenza per poterli affrontare nel miglior modo possibile.
In questo periodo gli Studi mostrano una larga varietà di risultati. Tuttavia non sembra esserci un trend comune nella frequenza e nella tipologia di infortunio.
Nel corso degli anni la popolazione di corridori sottoposta alla Ricerca cambia. Negli anni ’70 circa il 75% dei corridori erano maschi con obiettivi principalmente Agonistici.
Oggi la maggioranza dei corridori sono donne, circa il 54%, e gli obiettivi sono radicalmente cambiati. Si è passati da uno Sport prettamente Agonistico a Sport Ricreativo.
Anche le scarpe da corsa hanno subito una evoluzione.
La Ricerca Scientifica
L’effetto diretto della scarpa da corsa nell’infortunio è diventato oggetto di studio solo dal 2012. Gli studi fatti in precedenza prendevano come modelli scarpe da calcio, basket, baseball paragonandole ad altri tipi di scarpe.
I principali fattori clinici presi in considerazione fino a poco tempo fa erano:
- le varie tipologie di forze d’impatto prodotte durante la corsa;
- la forma statica del piede, in modo particolare la Pronazione.
Entrambi questi fattori sono stati analizzati e superati. Si è visto ad esempio che i corridori più veloci durante la corsa generano diverse forze d’impatto e tassi di carico maggiori rispetto a quelli più lenti. Quindi ci si aspettava che questi s’infortunassero più spesso. Invece non è così.
Altri studi hanno eseguito misurazioni statiche del piede in termini di pronazione e supinazione su corridori neofiti all’inizio del loro percorso di allenamento. Dopo un anno di monitoraggio si è evidenziato che gli atleti con una pronazione tra i 7°e 10° di pronazione si erano infortunati di meno rispetto agli altri. Il risultato: la pronazione non è correlata a nessun infortunio.
La forma statica del piede non corrisponde alla sua forma dinamica. Quindi la misurazione del piede Statica, vista spessa nei negozi di scarpe, non è Affidabile. Il piede durante la corsa o la camminata lavora diversamente rispetto a quando è fermo.
Quindi? Quale scarpa?
Non si possono trarre conclusioni definitive per quanto riguarda i rischi o i benefici nell’utilizzo di una scarpa Tradizionale rispetto ad una Minimalista ad esempio. Ma si può affermare che la scelta della scarpa non incide in nessun modo sulla frequenza e sulla tipologia dell’infortunio nella. Inoltre non ci sono studi a supporto dell’industria delle calzature sportive che dimostrino, come la Ammortizzazione o il Controllo del movimento del piede ( motion control ) aiutino a prevenire gli infortuni nella corsa.
Messaggio da portare a casa
La scarpa è un mezzo non un fine. Gli Studi affermano che il Modo di correre è molto più importante a tal proposito rispetto al fatto che possiamo correre con una scarpa tradizionale, minimalista o a piedi nudi.
Consigli
Allora come scegliere la scarpa?
Rispetto a quelli che erano i paradigmi utilizzati in precedenza come “ammortizzazione” o “pronazione” oggi gli studi scientifici promuovono un altro paradigma:
Comfort Filter Paradigm
L’atleta seleziona la scarpa da corsa utilizzando il suo/sua criterio di comodità filtrando le informazioni che provengono dalla propria percezione e dalle proprie sensazioni.
Personalmente trovo molto utile provare ad utilizzare più di una tipologia di scarpa. Migliorare la sensazione nella percezione dell’appoggio del piede utilizzando scarpe non troppo pesanti e con una suola non troppo spessa. Questo permette di migliorare la reattività al suolo riducendo anche il tempo di appoggio. Il tempo di appoggio è fondamentale nel coordinamento neuro-muscolare. Una ammortizzazione eccessiva aumenta il tempo d’appoggio al suolo aumentando il carico a livello articolare, tendineo e legamentoso. Infine, una maggior ammortizzazione e una suola eccessivamente spessa possono accentuare quelle condizioni già esistenti di pronazione o supinazione.
Il corpo atterra più rigido su una superficie Morbida!!!
Scarpe diverse e sport diversi. L’allenamento della forza può essere fondamentale nella riduzione dell’infortunio da sovraccarico. Quindi non sottovalutare l’esercizio fisico in termini di rinforzo muscolare. Lo stretching non previene dagli infortuni ma aumenta la tolleranza all’allungamento muscolare. Prima di una gara meglio prediligere uno stretching dinamico ad uno statico.
Avvertenze!
Il tipo di scarpa non è importante come la Tecnica di Corsa rispetto alla gestione dell’infortunio ma ha comunque degli effetti sul nostro corpo.
Un cambio di scarpa prevede un periodo di adattamento del corpo più o meno lungo e non esente da fastidi o infortuni.
Quindi cambiare scarpa senza modificare il modo in cui si corre non dà buoni risultati.
Soprattutto non è strettamente necessario se corriamo senza problemi e senza infortuni frequenti che possano allontanarci per molto tempo dalla nostra attività.
Nella situazione contraria, continuiamo a divertirci senza modificare nulla.
Non fossilizziamoci solo sulla scelta della scarpa ma diamo attenzione anche a Come corriamo, a quanto Carico in termini di allenamento il nostro corpo può sopportare, a quanto riposiamo.
Se abbiamo bisogno di informazioni o cure rivolgiamoci a Professionisti che possano darci le giuste informazioni e aiutarci davvero.
Cristian Sepe