Ovvero come ho rivisto i miei obiettivi e ho chiuso in 2:39 una gara che contavo di finire in meno di due ore.
1.
Sushi all you can eat: venerdì a pranzo, due giorni prima della gara, il primo errore: pranzo a base di sushi durante il quale ho/abbiamo mangiato effettivamente troppo e troppo in fretta (e, col senno di poi, roba non proprio freschissima).
2.
Non ascoltare il tuo corpo parte prima: sabato esco per 5 km tranquilli tranquilli (che domani c’è la mia prima gara!!). Subito dopo comincio ad avere un po’ di nausea, ma non ci faccio caso (sarà l’ansia per la gara, mi dico). Dopo pranzo invece tutto peggiora, la nausea aumenta, accompagnata da crampi allo stomaco che mi costringono in bagno per gran parte del pomeriggio (mi perdonerete se non entro nei dettagli del pomeriggio).
3.
Non mangiare: dopo il pomeriggio non riesco a buttare giù neanche una forchettata del piatto di riso integrale che avevo preparato. Opto per una tisana che metta a posto la pancia e me ne vado a letto.
4.
Sognare la gara: ok su questo non ci potevo fare molto, ma ho fatto sogni di gloria e di disfatta (questa si che era l’ansia da prima gara). A metà notte l’intestino mi sveglia per un richiamino da un’oretta durante la quale mi leggo il tracciato della gara e mi autocommisero per il sonno perso.
5.
Pensare che la gara sia come un allenamento: tutto sembra tornato alla normalità, e allora esco come per ogni allenamento (caffè, acqua, un integratore prima di uscire), ma qua è tutto diverso: un’ora di macchina per arrivare a Torino, poi un’ora di attesa prima di partire… Potevo pensarci, ma è la mia prima gara.. E ho pensato a mille altre cose, ma a quelle sue ore di attesa proprio no!
6.
Non ascoltare il tuo corpo parte seconda: finalmente si parte e io cerco di tenere il mio ritmo di 5:30, ma sei nel gruppo, tutti sgambettano allegramente.. E allora che vuoi che siano i 5:18, i 5:12 e i 5:08?? Li hai già fatti.. Al primo ristoro (primo in assoluto in vita mia) prendo acqua e una banana. Poco dopo tre conati mi costringono a fermarmi, lo stomaco completamente aggrovigliato…
Cammino un po’, un bel po’.. Mi passano i Pacer delle due ore “tutto bene??” Io faccio cenno di sì e uno mentre mi supera dice ” è la prima, è la prima…” Annuisco anche a lui e li guardo superarmi.
Da lì in avanti le gambe diventano di gesso. Il sangue non arriva più, troppo impegnato con lo stomaco che si contorce..
Seguono 13 km di camminata e corsa con tante persone che mi incitano a non mollare, il mio stomaco che piange e le gambe che non né vogliono più sapere di ricominciare a girare.
7.
Abbandonare: no, questo non l’ho fatto… Ho completato la gara con Beppe, un signore conosciuto da tutti appena uscito da una polmonite. Arrivo a 2:39:47 gustando il sapore agrodolce della mia prima medaglia.
Ho imparato molto dalla mia prima gara, purtroppo soprattutto errori da non fare, ma la corsa è così: onesta anche quando ti bastona.
Allora alla prossima gara! Sicuramente non avrò prestazioni da eguagliare!
Fonte: www.runlovers.it