Molte volte, finita una gara, mi sono fermata a riprendere fiato in prossimità del traguardo. L’ho fatto perché mi piace osservare le espressioni e percepire le emozioni degli atleti che hanno appena concluso la propria competizione; adoro assaporare e condividere con loro la loro vittoria e gioire osservando gli abbracci scambiati con i propri cari all’arrivo.
Ma al traguardo non accade solo questo; se si osserva più in profondità si noterà un altro argomento ricorrente tra i finisher: la loro insoddisfazione.
C’è una bella differenza tra ciò che si prova durante la competizione e le riflessioni che si fanno alla fine.
In gara tutti i pensieri portano alla conclusione dello sforzo e al traguardo ma dopo si rielabora e, da lì, nascono i giudizi (sempre molto severi) sulla propria performance. Appena battuto il nostro personal best ci rendiamo conto che l’obiettivo è stato raggiunto per caso, che non siamo riusciti a tenere il ritmo che avevamo immaginato e che forse il nostro non si può ritenere un vero e proprio successo. Ed allora ci si iscrive subito ad un’altra gara, e ad un’altra ancora, sperando che prima o poi riusciremo a realizzare la gara perfetta quando questo è quasi un miraggio, soprattutto su distanze quali mezza maratona e maratona!
Se conquistiamo il traguardo al tempo desiderato troviamo qualcosa che non è andato bene nella prestazione sportiva o ci lamentiamo delle sensazioni negative e se andiamo fuori tempo o manchiamo l’obiettivo è ancora più semplice: potremo dubitare delle nostre capacità. Insomma, abbiamo sempre qualcosa di cui lamentarci!
Ma allora cosa ci piace della corsa e cosa, di essa, ci rende felici?
Si dice che non sia importante il risultato ma il percorso per arrivarci e, secondo me, è proprio questo che ci spinge a non mollare mai. Impieghiamo ore, sacrificando il tempo con amici e famiglia per poterci migliorare e questo ci gratifica perché ci rende runner e persone migliori!
La prossima volta che correrete in gara fermatevi al traguardo ed ascoltate l’insoddisfazione dei runner. Non lasciatevi ingannare però perché, sicuramente, nessuno di loro smetterà mai di correre.
Fonte: www.unitedrunners.eu