Tra i possibili infortuni che possono capitare ad un corridore, uno dei più ricorrenti è rappresentato dalle fratture da stress della tibia, osso maggiormente sollecitato durante gli allenamenti. Un infortunio di questo tipo costringe lo sportivo a fermarsi per circa 5 settimane, dovendo successivamente riprendere l'attività sportiva per tornare allo stato di forma precedente.
Una frattura da stress non è altro che la conseguenza di microlesioni che si possono verificare durante la corsa, quando la struttura ossea non riesce più a resistere alla sollecitazione dinamica.
Altre cause che stanno alla base di queste fratture sono l'eccessivo chilometraggio, l'alimentazione, la scarpa usata, la superficie su cui si corre, l'affaticamento muscolare.
Gli esami in grado di rilevare la presenza di microfratture già dalle prime settimane in cui si avverte dolore sono la tac, la risonanza magnetica nucleare e la scintigrafia ossea.
Evitare fratture da stress è possibile. Recenti studi hanno dimostrato che, se si riduce l'ampiezza della falcata di circa il 10%, si riducono anche i danni alla tibia. Inoltre fondisti con i polpacci forti sono meno soggetti ad avere problemi alla tibia. Per questo motivo è consigliabile svolgere sistematicamente esercizi che contribuiscono a rafforzare i muscoli delle cosce, dei polpacci e i muscoli della tibia.
Quando si avverte dolore alla tibia i sintomi possono essere diversi a seconda della situazione. Si può infatti verificare uno stato infiammatorio, che coinvolge tutta la tibia e caratterizzato da un dolore che si attenua subito dopo la corsa. In questa condizione le attività fisiche quotidiane non risultano dolorose.
Una situazione ben distinta da quella appena descirtta è la frattura da stress, che presenta il dolore localizzato in un solo punto, persistente sia dopo la corsa sia dopo il riposo.
Fonte: www.runningitalia.it