La sveglia puntata alle 7:00 non fa in tempo a suonare, ho passato una notte agitata e sono sveglio da un po’; con la solita tecnica ninja scendo e comincio a prepararmi, mentre fuori la nebbia è un muro impenetrabile.
Oggi sono di grigliata con gli amici quindi tocca fare una corsa "veloce": infatti opto per i 12 km alla prima Marcia della Gallina a Polverara, partenza tassativa alle 7:30 e ritmo massimo in gara di 5’30”.
Verranno anche Antonio e Anna, dato che poi si fermeranno a pranzo, ammesso che riescano a trovare casa mia nella nebbia...
Esco un po’ prima per scaldare la macchina e trovo Anna parcheggiata fuori casa, mi dirà di essere arrivata 15 min prima per paura di fare tardi e che la lasciassi a piedi (..avrei davvero potuto farlo? Beh ,in effetti, si).
Arriva anche Antonio e partiamo, in mezz'oretta arriviamo a Polverara, che scopriamo essere la terra d'orgine della Gallina che da il nome alla corsa, e parcheggiamo nel primo posto utile: vicino alla chiesa. Scopriremo poi essere un po’ lontano dalla partenza. ma ormai...
Percorriamo Viale dello Sport tra banchetti del mercato e macchine agricole di dimensioni ragguardevoli e raggiungiamo l'edificio delle iscrizioni, la coda è già lunga, ma riusciamo a prendere i cartellini (nessun premio previsto: solo ristori) e anche a bere un caffè. Incontro e scambio due parole con Giorgia, Massimo e altri amici runner che non vedevo da tempo, ma ci accorgiamo che sono già le 8:00, la partenza è libera fino alle 9:00 , ma noi abbiamo i tempi stretti e ci scaldiamo tornando alla macchina per depositare i vari orpelli. Torniamo all'arco e, dopo una foto con la mietitrebbia, Anna parte mentre io e Antonio fingiamo di fare 2 minuti, scarsi, di stretching. Il freddo è pungente e la nebbia che cade ci ha già imperlato ciglia e barba quindi partiamo. Il percorso tutto sommato è segnalato abbastanza bene, ci sono ancora pochi podisti, ma diversi camminatori, dopo circa un chilometro vediamo un puntino nella nebbia che riconosco essere Anna e non mi faccio sfuggire l'occasione di avvicinarla di soppiatto e farle prendere un bello spavento, poi la lasciamo lì ad insultarci e proseguiamo. Tutto il percorso si snoda su piste ciclabili, argini asfaltati e strade in mezzo ai campi, è veloce e tranquillo e mi sento a mio agio immerso nella nebbia, infatti tendo ad accelerare, ma vedo che sto tirando il collo ad Antonio (per essere in tema con la marcia) e decidiamo di separarci.
I volontari fanno il loro lavoro nonostante la scarsa visibilità e, orami solo, un po’ alla volta aumento il passo, confortato anche dalla distanza più corta del solito. Seguendo i cartelli mi ritrovo nella parte iniziale del percorso e decido di aumentare ancora fino all'arco di arrivo. Sono fradicio, non di sudore, ma di nebbia, e dopo aver preso un attimo di fiato torno sui miei passi a recuperare Antonio, che ritrovo a circa un chilometro. Lo "tiro" fino all'arrivo e mentre finisce di maledirmi riparto per recuperare Anna: spingo anche lei per gli ultimi due chilometri, guadagnando altri improperi di vario genere, ma alla fine ci dirigiamo tutti insieme, ridendo, al ristoro ben fornito sia di dolce che di salato: saltiamo la pasta e fagioli e ci accontentiamo di un po’ di the e una fetta biscottata prima di tornare alla macchina a cambiarci.
Per essere la prima edizione devo dire che l'affluenza è stata buona e anche l'organizzazione ha fatto un gran bel lavoro, il tempo era quello tipico di un dicembre nella bassa padovana, ma è stato bello così. Mi sono divertito e mi è piaciuta molto. Da rifare.
Michele Nodari