Oggi la tabella di preparazione per la Venice prevede l’ultimo lungo, mi porto ancora lo strascico di febbriciattola e indisposizione da 15 giorni, ma non voglio saltarlo, ho già troppi buchi tra ripetute saltate a piè pari e allenamenti mancati.
La strategia del giorno è partire da casa correndo, fare la 21km a Mirano e tornare di corsa: 30km puliti. E soprattutto nessuna scusa per non raggiungere la distanza. Mi sveglio presto nonostante la precedente serata di festa da amici, faccio un po’ di stretching mentre penso a come vestirmi e alle 8:00 decido di uscire in canottiera, sperando che la giornata si apra. Parto blando e arrivo a Mirano poco prima della partenza anche se vedo già gente che si incammina lungo il percorso, la coda per le iscrizioni come ogni anno è lunghissima, ma fortunatamente avevo preso il cartellino sabato. Alla partenza sono molto contento di rivedere Manuel tornare a correre, anche se mi comunica rilevanti problemi al menisco: in bocca al lupo!
Trovo anche Dario con il suo amico Luca e decidiamo di fare la corsa insieme. Sono le 8:30 e partiamo: vista la partenza libera non troviamo particolari rallentamenti e cominciamo il percorso che quest’anno mi sembra diverso: sempre molto sterrato, ma fortunatamente la pioggia della notte scorsa non ha causato grossi problemi.
Tra una chiacchiera e l’altra i chilometri passano e un timido sole comincia ad uscire rendendomi felice di essermi vestito poco. Ci fermiamo ai ristori scambiando due parole con le signore sempre gentilissime, ma come ogni anno al ristoro del 10° km, dove si riuniscono i vari percorsi, c’è molta folla e dopo un paio di minuti non sono ancora riuscito a prendere un bicchiere di the, quindi decido di ripartire pianino aspettando gli altri, fortunatamente Luca ha recuperato una bottiglia d’acqua da 1,5 litri da non so dove e ce la spartiamo. I brevissimi tratti di asfalto tra i campi e gli argini sono come una manna per le mie articolazioni e verso la fine la fatica si fa sentire, le chiacchiere praticamente si azzerano e ci scambiamo spesso posizione “tirandoci” a vicenda. Finalmente arriviamo ai Molini e so che dopo il passaggio all’interno del parco saremo arrivati, anche se i pochi metri sul ghiaino della villa sono tremendi!
Luca ne ha di più e allunga, io considero anche i 5 chilometri che dovrò fare dopo e non esagero, anche perchè il sentiero è molto stretto e dobbiamo condividerlo con i camminatori e “i nordici”, e un runner davanti a me in particolare non perde occasione per insultare i camminatori e le persone con il cane, o anche semplicemente chi gli sta davanti. Mi guardo con Dario e concordiamo sulla pochezza di certa gente… io mi godo il giro nel parco e arrivo con Dario in piazza al traguardo, avendo cura di “sverniciare” il simpaticone di prima a pochi metri dall’arrivo.
Recupero la medaglia e bevo un paio di bicchieri di te, non voglio stare troppo fermo. Saluto e ringrazio i miei compagni di corsa … sto per ripartire quando Luca decide di accompagnarmi visto che abita anche lui al Villaggio: ottimo, salutiamo Dario e partiamo. Le gambe sono un po’ dure, ma la compagnia e la voglia di arrivare ci spingono a macinare i pochi chilometri che ci separano da casa. Lascio Luca a casa sua e chiudo i miei 31 km come da copione. Il ritmo non è sicuramente di quelli da ricordare, ma va così: una bella corsa in compagnia con un percorso sempre bello, ho portato a casa una medaglia per mia figlia ed è anche uscito un bel sole.
Michele Nodari